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Covid in carcere, una agenda per l’emergenza
Fuoriluogo Ridurre le presenze in carcere non significa né adottare provvedimenti simbolici, né evitare temporaneamente lo storico sovraffollamento delle nostre carceri. Ridurre le presenze in carcere, oggi, significa creare spazi per una gestione efficace della prevenzione e dell’assistenza per quanti resteranno lì dentro.
Il Covid in carcere – Ansa
Fuoriluogo Ridurre le presenze in carcere non significa né adottare provvedimenti simbolici, né evitare temporaneamente lo storico sovraffollamento delle nostre carceri. Ridurre le presenze in carcere, oggi, significa creare spazi per una gestione efficace della prevenzione e dell’assistenza per quanti resteranno lì dentro.
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 11 novembre 2020
In questa seconda ondata il virus sta correndo anche in carcere. In pochi giorni personale e detenuti positivi si sono rapidamente moltiplicati, superando di gran lunga i casi registrati nella primavera scorsa. Certo, si tratta in gran parte di asintomatici (anche se non mancano i ricoveri e i primi casi di morte, uno a Livorno e uno ad Alessandria); certo è l’effetto di uno screening più ampio, ma il sistema è di nuovo in sofferenza. Non preoccupa, è chiaro, la distribuzione puntiforme di singoli casi di positività, sintomo della diffusione del virus nella società e indice di un buon funzionamento...