Italia

Cucchi, ingiustizia è fatta

Lo spirito di corpo e la tortura In mancanza del delitto di tortura le imputazioni nei confronti di poliziotti e medici non possono che essere per reati ben meno gravi per i quali i tempi di prescrizione sono molto più brevi. Ora il processo rischia la mannaia dell’estinzione

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 1 novembre 2014
Nessun colpevole, dunque tutti innocenti. Nessun colpevole dunque tutti colpevoli. Nel processo per la morte di Stefano Cucchi ha vinto lo spirito di corpo, quello stesso spirito di corpo che da 25 anni impedisce al nostro Paese di introdurre il crimine di tortura nel codice penale. Uno spirito di corpo che si estende verticalmente dal basso verso l’alto, che si muove orizzontalmente tra divise e camici, che colpisce mortalmente le persone e le istituzioni. Così accade che per quasi tre decenni il Parlamento si è sottratto a un obbligo internazionale, in quanto condizionato dai vertici della sicurezza. In questo modo...

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