Italia
Cucchi, «si indaghi ancora»
Giustizia Con le motivazioni della sentenza, la Corte d’Assise d’Appello rinvia gli atti in procura. Per i giudici, Stefano di certo è stato picchiato mentre era in custodia. E non è morto di fame e di sete né per un evento inatteso
Una foto di Stefano Cucchi mostrata durante il processo – Eidon
Giustizia Con le motivazioni della sentenza, la Corte d’Assise d’Appello rinvia gli atti in procura. Per i giudici, Stefano di certo è stato picchiato mentre era in custodia. E non è morto di fame e di sete né per un evento inatteso
Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 13 gennaio 2015
Eleonora MartiniROMA
Stefano Cucchi è stato sicuramente picchiato da qualcuno che lo aveva in custodia per conto dello Stato. E non è morto né di fame e sete, né per un evento inatteso. Sono le uniche certezze che la Prima Corte d’Assise d’Appello mette nero su bianco motivando la sentenza con la quale il 31 ottobre scorso ha assolto tutti i dodici imputati accusati a vario titolo di aver causato il quadro psico-fisico responsabile della morte del trentunenne geometra romano: sei medici e tre infermieri dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, e tre agenti di polizia penitenziaria. Per il resto, la verità non...