Internazionale
Cyber Crimes Law, l’Autorità Palestinese a caccia di giornalisti e blogger
Cisgiordania/Gaza Proteste e raduni dopo che nei giorni scorsi la Corte di Ramallah ha ordinato la chiusura di 49 tra siti e account di social - che avrebbero pubblicato materiale «pericoloso» per la sicurezza nazionale - nel rispetto della legge contro i cosiddetti crimini cibernetici approvata nel 2017
Manifestazione a Ramallah contro la Cyber Crimes Law – al Quds
Cisgiordania/Gaza Proteste e raduni dopo che nei giorni scorsi la Corte di Ramallah ha ordinato la chiusura di 49 tra siti e account di social - che avrebbero pubblicato materiale «pericoloso» per la sicurezza nazionale - nel rispetto della legge contro i cosiddetti crimini cibernetici approvata nel 2017
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 24 ottobre 2019
«Due anni fa fui arrestato dalla polizia palestinese e chiuso in cella per sette giorni. Mi accusarono di aver violato la Cyber Crimes Law, ossia di aver commesso dei crimini attraverso internet criticando sui social il presidente (Abu Mazen), il premier e ministri dell’Autorità nazionale palestinese». Issa Amro racconta al manifesto una delle pagine più buie della sua vicenda di attivista per i diritti dei palestinesi. «Ero abituato all’oppressione da parte delle forze israeliane – prosegue Amro, noto per le sue battaglie a difesa dei palestinesi di Hebron -, avevo messo in conto che la mia denuncia dell’occupazione militare israeliana...