ExtraTerrestre

Da Biella a Camerino, se la filiera è al 100% italiana

Il fatto della settimana Il consorzio The wool company lavora le lane di piccoli allevatori locali, mentre nelle Marche si recupera la pecora Sopravvissana e si incrociano la Vissana con le Merinos. Così si recupera una cultura perduta con la globalizzazione

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 12 marzo 2020
Alla faccia della globalizzazione, in Italia si sta ricreando, seppur esile, una filiera della lana 100% italiana. È stata florida fino agli anni ’40, si è ridimensionata negli anni ’80, e poi, nell’arco di pochi anni, ha dovuto soccombere alla concorrenza dei mercati globali e alle de-localizzazioni nell’Est europeo e in Cina. Sembrava impossibile tornare indietro, ma grazie a progetti di ricerca, ad aziende tessili di nicchia e ad allevatori che chiedono di valorizzare il proprio prodotto, oggi in Italia si può ancora creare un abito sartoriale 100% made-in-Italy. Il vello delle nostre pecore da latte, circa 8 milioni, difficilmente...

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