Europa
Da Fortuyn a Wilders, come il populismo si è insinuato nel sistema politico
Intervista «Il processo è iniziato nel 2002 con Pim Fortuyn che riuscì a conquistare 26 seggi. Prima di lui le tematiche culturali e identitarie erano quasi assenti dall’agenda dei partiti, mentre ore tutte le forze politiche sono obbligate a parlarne», spiega Eelco Harteveld, ricercatore del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Amsterdam.
Supporter di Wilders a Heerlan, comune olandese al confine con la Germania – LaPresse
Intervista «Il processo è iniziato nel 2002 con Pim Fortuyn che riuscì a conquistare 26 seggi. Prima di lui le tematiche culturali e identitarie erano quasi assenti dall’agenda dei partiti, mentre ore tutte le forze politiche sono obbligate a parlarne», spiega Eelco Harteveld, ricercatore del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Amsterdam.
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 15 marzo 2017
Alessandro PirovanoAMSTERDAM
Come con il populismo di Pim Fortuyn agli inizi di questo millennio o con le politiche sulla droga o sul fine vita, l’Olanda, con le elezioni di oggi, potrebbe segnare ancora una volta la tendenza che contagia l’Europa. In molti sono preoccupati per un eventuale successo del leader islamofobo Geert Wilders, alla guida del Partito per la Libertà (in olandese Partij Voor de Vrijheid, Pvv). Di questo rischio, di estrema destra e di populismo abbiamo discusso con Eelco Harteveld, ricercatore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Amsterdam. Seppur in calo, il Partij Voor de Vrijheid di Wilders continua a...