Alias Domenica
Da Hirst a Moira Ricci, le declinazioni del «finto»
Damien Hirst a Venezia, Moira Ricci a Reggio Emilia In una Venezia che si interroga ossessivamente, in Biennale e fuori, sulle forme del narrare e sui suoi statuti di verità, Damien Hirst indica una strada ludico-nichilista. Accanto all’artista britannico, la toscana Ricci incarna liricamente le tensioni vero-falso, passato-futuro
Damien Hirst, «Treasures from the Wreck of the Unbelievable»
Damien Hirst a Venezia, Moira Ricci a Reggio Emilia In una Venezia che si interroga ossessivamente, in Biennale e fuori, sulle forme del narrare e sui suoi statuti di verità, Damien Hirst indica una strada ludico-nichilista. Accanto all’artista britannico, la toscana Ricci incarna liricamente le tensioni vero-falso, passato-futuro
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 11 giugno 2017
Un grande lightbox ci immerge in uno spazio sottomarino dai colori squillanti. Due masse confuse si fronteggiano in lontananza, finché riconosciamo due archetipi plurimembri: un’orrorifica Idra e una seducente Dea Kali, che l’affronta brandendo una lama in ogni mano. Il colossale gruppo scultoreo in bronzo (cinque metri d’altezza) è presente in due versioni: in una è ricoperto di incrostazioni calcaree, coralli e madrepore; nell’altra i corpi tortili si presentano invece glamour e sexy come in un fumetto di Moebius. È l’highlight della mostra-kolossal con cui Damien Hirst ha invaso Venezia occupando tanto Punta della Dogana che Palazzo Grassi, Treasures from...