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Da preCop il mantra delle buone intenzioni
Emergenza climatica Le notizie del «day after» son più o meno le stesse che si leggono ogni volta, come in un rito stanco, che oppone all'urgenza di misure radicali, proclami che a forza di pronunciarli hanno perso credibilità
John Kerry, inviato speciale degli Stati Uniti al preCop26 – Ansa
Emergenza climatica Le notizie del «day after» son più o meno le stesse che si leggono ogni volta, come in un rito stanco, che oppone all'urgenza di misure radicali, proclami che a forza di pronunciarli hanno perso credibilità
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 3 ottobre 2021
Se si riavvolgesse il nastro delle dichiarazioni che – Cop dopo Cop, negoziazione dopo negoziazione, conferenza ministeriale dopo conferenza ministeriale – vengono sciorinate sul futuro della lotta ai cambiamenti climatici da Ministri, leader politici e rappresentanti delle Nazioni Unite, si potrebbe mixare senza fatica un «Mantra delle buone intenzioni» destinato a diventare una hit per molto tempo. Una musica suadente, fatta di speranze e promesse che però, alle orecchie attente, ricorda spaventosamente l’orchestra che continua a suonare sul Titanic che cola a picco. La pre-Cop conclusasi ieri a Milano non fa eccezione. Le notizie del «day after» son più o...