Cultura

Da Woody Guthrie a Sinatra passando per l’Iran

Da Woody Guthrie a Sinatra passando per l’Iran

Songbook L'ultimo Bob Dylan, un anticrooner che si avventa sui classici della canzone americana. Mentre i suoi evergreen finiscono in "un altro mondo"

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 14 ottobre 2016
Volendo, sI può cominciare dalla fine. Fallen Angels, il disco con cui Dylan ha segnato il suo 75esimo compleanno, sembra indirizzare su Frank Sinatra lo slancio devozionale che un tempo era riservato a Woody Guthrie. Spiazzante parabola? No, se c’è di mezzo il genio scostante di un artista poco avvezzo al proprio e all’altrui compiacimento. Come il precedente Shadows of the Night, l’ultimo Dylan si china sugli «angeli caduti» del Great American Songbook, gli irregolari precipitati dalle creazioni di Cole Porter o di Richard Rodgers. Sontuosamente riarrangiati e reincarnati in una voce corrosa e lacerata, che è stata definita spettrale, nel...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi