Politica
D’Alema: «Grazie alle sue critiche il Pci riuscì a misurarsi con il Sessantotto»
L'intervista Da giovane matricola pisana, l’ex segretario del Pds diffondeva la rivista del manifesto degli inizi: «Pensai anche di seguirli fuori dal partito, ma alla fine io e Mussi restammo»
Rossana Rossanda
L'intervista Da giovane matricola pisana, l’ex segretario del Pds diffondeva la rivista del manifesto degli inizi: «Pensai anche di seguirli fuori dal partito, ma alla fine io e Mussi restammo»
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 22 settembre 2020
«Rimasi assolutamente ammaliato dal fascino freddo, aristocratico di questa donna di straordinaria e finissima intelligenza». Fascinazione che ha quasi i contorni della seduzione, quella esercitata dall’allora deputata comunista Rossana Rossanda nei riguardi di un 18enne Massimo D’Alema, fresca matricola universitaria che si sarebbe poi «legato politicamente all’esperienza del manifesto rivista fino a che non si consumò la rottura col partito». In che occasione hai conosciuto Rossana Rossanda? Era la fine del 1967. Io ero uno studente appena iscritto al primo anno della Normale e fui inserito nel comitato nazionale del Pci per l’università in cui noi studenti ci trovavamo insieme...