Cultura

Dalla «nave dei folli» ai porti del contagio

Dalla «nave dei folli» ai porti del contagio

L’epidemia negli immaginari medioevali e moderni. Da Sebastian Brant alla Diamond Princess. Nessuno vuole farsi carico della morte altrui

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 28 febbraio 2020
Quando nel 1961 Michel Foucault evocava la Nave dei Folli (Narrenschiff) di Sebastian Brant nella Storia della follia in età classica, rendeva popolare un’opera, stampata a Basilea per la prima volta nel 1494, che prima era nota soprattutto agli studiosi del Rinascimento, o agli storici dell’arte per via delle xilografie eseguite da Albrecht Dürer, o ancora per l’opera contemporanea di Bosch. Nel caso di Brant, Dürer e Bosch, tuttavia, la stultifera navis trasporta non malati di mente, ma peccatori. Non va dimenticato, però, che il legame fra malattia e peccato era all’epoca molto stretto: alcune malattie, in particolare la lebbra,...

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