Internazionale
La tratta delle ragazze dalla Nigeria all’Italia via Libia: «Preghi di morire»
Da Benin City all'inferno e ritorno Storie di abusi infiniti nell'ultimo rapporto di Human Rights Watch
Benin City, 27 giugno 2019. Una delle circa 14 mila giovani che hanno approfittato del programma di ritorni volontari delle Nazioni unite per rientrare in Nigeria con il suo bambino – Afp
Da Benin City all'inferno e ritorno Storie di abusi infiniti nell'ultimo rapporto di Human Rights Watch
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 22 settembre 2019
Blessing come molte altre ragazze nigeriane ha accettato l’allettante proposta di lavoro in Libia come collaboratrice domestica per un salario di 150.000 naira (circa 400 euro, tre volte lo stipendio medio nel suo paese). Una volta in Libia la “signora” le ha svelato che tipo di lavoro avrebbe dovuto fare, akwuna (la prostituta) così lei le ha detto «ma non è un lavoro domestico». La “signora” le ha risposto «sì che lo è». Blessing è stata minacciata di morte e chiusa in una stanza per quattro giorni senza cibo. «Uscirai quando restituirai il tuo debito per il viaggio (4 mila...