Alias Domenica
Dalla pittura all’oreficeria, la bellezza della stagnazione
Settecento romano Caleidoscopio di stili e linguaggi, la scena artistica a Roma 1700-1758, già riabilitata da Anthony Clark e Stella Rudoplh, è al centro del volume "La grande bellezza" (Silvana), catalogo di una mostra a venire, al Musée Fesch di Ajaccio
Marco Benefial, "Ritratto della famiglia Quarantotti" ("La famiglia del Missionario"), 1756, Roma, Palazzo Barberini
Settecento romano Caleidoscopio di stili e linguaggi, la scena artistica a Roma 1700-1758, già riabilitata da Anthony Clark e Stella Rudoplh, è al centro del volume "La grande bellezza" (Silvana), catalogo di una mostra a venire, al Musée Fesch di Ajaccio
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 27 dicembre 2020
«Due degli ultimi grandi pittori di quel paese (l’Italia), intendo Pompeo Batoni e Raphael Mengs, per quanto grandi possano suonare i loro nomi alle nostre orecchie oggi, cadranno molto presto al rango dell’Imperiali, Sebastiano Conca, Placido Costanzi, Masucci; i cui nomi, sebbene altrettanto rinomati ai loro giorni, sono ora caduti in qualcosa di molto simile a un completo oblio». Così Joshua Reynolds, nel 1788, profetizzava la già imminente sfortuna critica di un’intera scuola che, partendo da Maratti, era fiorita a Roma nella prima metà del Settecento e aveva avuto come epigoni Batoni e Mengs. Sebbene da tempo in stagnazione economica...