Visioni

«Danza urbana», coreografie negli spazi vuoti della comunità

«Danza urbana», coreografie negli spazi vuoti della comunitàCoreografia da «Echoes» di Cristina Kristal Rizzo (foto di Giulia Casamenti)

Festival Il festival bolognese ha celebrato la sua 25a edizione invadendo piazze, palazzi storici e luoghi periferici

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 15 settembre 2021
Le strane parole di Danza urbana potrebbero rimandare a una sorta di ossimoro, in quel dispiegarsi fra il calore del corpo in movimento e il freddo della pietra, richiamato dalla dimensione urbana. A Bologna invece è un festival che festeggia il quarto di secolo di vita sotto la direzione di Massimo Carosi, raccogliendo alcuni dei migliori nomi della coreografia nazionale e non solo. Vuol dire portare la danza nei luoghi pubblici, le piazze e i palazzi storici ma anche gli spazi da rianimare delle periferie. E viene naturalmente in mente lo «spazio vuoto» evocato da Peter Brook in un libro...

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