La meritocrazia uccide la curiosità, i talenti, i diversi stili cognitivi e aumenta in maniera accentuata le disuguaglianze tra i ceti.
La scuola va perdendo autorevolezza e gli insegnanti non lasciano più Il segno con lezioni frontali in cui lo sguardo, la condivisione, la pràtica del pensiero critico fanno la differenza nel processo di istruzione-conoscenza: in molte scuole le slides hanno preso Il posto dei libri.
Alcuni meccanismi che appartengono alla psicologia votata all’ economia del profitto sono entrati nella prassi didattica e scolastica, uno di essi è la gamification per esempio, che altro non é Il premio al merito in un finto gioco didattico che è competizione a tempo e basata su sterile nozionismo.
Il merito è diventato, ma lo è sempre stato per distìnghere i ricchi dai poveri in ambito scolastico e lavorativo, Il traguardo per pochi.
A scuola poi tale merito è a mio avviso Il modo per ricreare Il divario che fino agli anni della contestazione non permetteva ai figli degli operai di accedere all’ università, mentre oggi quel divario si è ricreato paradossalmente compiendo una revisione sulla contestazione e riducendo la scuola ad agenzia che certifica sapere frammentato, abilità ridotte e competenze assurde per quanto riguarda gli studenti.
Un tempo si diceva che la scuola garantiva solo le abilità di base ai figli delle famiglie meno abbienti sapere scrivere, sapere leggere,sapere fare di conto e giustamente si è chiesto per loro e preteso di più.
Oggi, quelle abilità di base non tutti gli studenti le hanno e poiché la scuola di oggi basa la sua supremazia solo sull’ intelligenza verbale nonostante i vari proclami sulle materia scientifiche, nessuno si preoccupa di rafforzare le abilità di lettura e di scrittura che sono alla base della comprensione di primo livello e di quella metacognitiva. Specie il sud Italia si ritrova con alti tassi di dispersione scolastica e la difficoltà maggiore è proprio quella legata alla comprensione. È evidente che in una situazione di vuoto nella lingua Il divario si allarga sempre di più e viene marcato ancora di più dagli èsiti delle prove ocse che dovrebbero essere valutazioni non di merito delle scuole ma valutazioni riferite ad una riprogettazione della didattica a scuola.
Di questi tempi, infatti, a parte qualche studente,caso sempre più raro, che ha fatto della curiosità Il motore della propria intelligenza, in grande numero sono gli studenti che abbandonano o con grandi difficoltà, mentre in piccolo minoranza troviamo i cosiddetti bravi che competono. Il merito quindi diventa la giustificazione di un’ideologia che in maniera deterministica afferma Il potere dell’élite anche nella scuola pubblica.