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Delinquenti su due ruote

Delinquenti su due ruote

Nei primi anni del secolo scorso, secondo le tesi del criminologo Cesare Lombroso, il «biciclo» aveva assunto una straordinaria importanza sia come causa che come strumento del crimine

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 7 settembre 2013
Ciclisti, dunque delinquenti. Sentenziava così, all’alba del Novecento Cesare Lombroso e per gli appassionati della biciletta non vi era appello. Il biciclo, come lo chiamava l’autore del famoso trattato L’uomo delinquente , sul finire dell’Ottocento e i primi anni del Novecento tentava i più arditi, i più spericolati, quelli che volevano a tutti i costi provare l’emozione del nuovo, del resto salire sulla «macchina» e pedalare a spron battuto consentiva di dare velocità al corpo e vivere nuove emozioni. Dunque, sosteneva il Lombroso che il massimo della tendenza criminosa si registrava tra coloro che avevano una fascia di età tra...

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