Visioni

Delphine Seyrig, l’insorgenza dell’immaginario

Una scena da «Sois belle et tais toi», al centro Delphine SeyrigUna scena da «Sois belle et tais toi», al centro Delphine Seyrig

Festival Il Cinema Ritrovato ha dedicato un omaggio all’attrice e regista, il suo sguardo femminista nel corso della carriera. In "Sois belle et tais toi" interrogava 23 colleghe sullo star system maschile e le sue umiliazioni

Pubblicato 5 mesi faEdizione del 28 giugno 2024
Severa e pallida sotto un casco di capelli castani in L’Année dernière à Marienbad (Alain Resnais, 1961), di spalle e piegata – come le donne che aveva visto nella sua infanzia, a cominciare dalla madre – in Jeanne Dielman di Chantal Akerman; star, cineasta (Sois belle et tais toi, 1976), femminista, militante, Delphine Seyrig «l’insoumuse» (dal nome del collettivo fondato con Carole Roussopoulos) esprime un femminile in rivolta che afferma nella sua presenza un corpo a corpo costante con le etichette. Cresciuta in Libano, fino a dieci anni, poi nel New Jersey, inizia adolescente a teatro, all’Actors Studio di New...

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