Internazionale
«Democrazia.. E poi ci hanno lasciato qui in Afghanistan»
Reportage da Mazar-e-Shari Giornalisti perseguitati o riconvertiti, miliziani curiosi, attiviste che sfidano la repressione. In Afghanistan i Talebani hanno vinto. Ma il loro potere è fragile
La bandiera talebana sventola su un mercato di Mazar-e-Sharif – Giuliano Battiston
Reportage da Mazar-e-Shari Giornalisti perseguitati o riconvertiti, miliziani curiosi, attiviste che sfidano la repressione. In Afghanistan i Talebani hanno vinto. Ma il loro potere è fragile
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 3 novembre 2021
«Gli italiani a Bala Murghab? Non era il posto loro quello». Noorani Sahib è a capo del dipartimento media per tutto l’Afghanistan del nord: «Comprende le province di Balkh, Jowzyan, Samangan, Sar-e-Pul, Faryab, Badghis». Il suo ufficio è in un’area centrale di Mazar-e-Sharif, capoluogo di Balkh. Hub regionale, snodo di commerci, energia, passaggi, dentro e fuori l’Afghanistan. A meno di due ore c’è il confine con l’Uzbekistan, Hairatan e il “ponte dell’amicizia”. Se si punta a ovest, si arriva al confine con il Turkmenistan. L’edificio a un piano è presidiato da 3 militanti. Vestiti dai colori accesi, jilet/wasqat militare, kalashnikov....