Visioni

Denis Côté: «I miei fantasmi in un paese di ordinaria xenofobia»

Denis Côté: «I miei  fantasmi in un paese di ordinaria xenofobia»Una scena da «Ghost Town Anthology»

Cinema l regista, ospite di Science+Fiction Festival, parla del suo film «Ghost Town Anthology» visto a Berlino 69

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 5 novembre 2019
In tempi in cui la sceneggiatura è una forma di ossessione, se non quasi una dittatura, dove solo il plot, lo script, i dialoghi, l’azione contano, c’è ancora chi, ostinatamente, si prende la libertà di credere nelle immagini, nel paesaggio, nei volti degli attori e nelle atmosfere. E solo attorno a quelle, con piena fiducia, costruisce un film. Per giunta (ma non è una regola) girando in sedici millimetri, lasciando intatte le imperfezioni, la polvere, desaturando al massimo il colore alla ricerca di un senso di evanescenza. Provando a costruire un universo, un immaginario. Facendo, insomma, del cinema. Per la...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi