Cultura
Dentro le metafore universali di Ilya Kabakov
RITRATTI Addio al grande artista russo nato a Dnipropetrovs’k (Ucraina) e morto domenica a New York all’età di 82 anni. Nel 1985 aveva immaginato e costruito «L’uomo che volò nel cosmo dalla sua stanza»
«The strange city», una installazione di Emilia e Ilya Kabakov foto di Getty Images
RITRATTI Addio al grande artista russo nato a Dnipropetrovs’k (Ucraina) e morto domenica a New York all’età di 82 anni. Nel 1985 aveva immaginato e costruito «L’uomo che volò nel cosmo dalla sua stanza»
Pubblicato più di un anno faEdizione del 31 maggio 2023
Bastava una stanza a Ilya Kabakov, il grande artista russo nato a Dnipropetrovs’k (Ucraina) e morto domenica a New York, per costruire le sue metafore universali. Una stanza: luogo chiuso, asfittico, dove si addensavano narrazioni senza prospettive, si trasformava con lui nel dispositivo dove far attecchire le sue utopie. Nel 1985, quando era ancora in Russia (l’avrebbe lasciata nel 1987) aveva immaginato e costruito un’opera dal titolo emblematico, L’uomo che volò nel cosmo dalla sua stanza. Uno spazio stipato di cose e con le pareti avvolte di proclami dalla propaganda sovietica. Erano gli anni della gara spaziale tra le due...