Visioni
Dentro quei mostri c’è una parte di noi
Cinema Tra i film di George A. Romero, morto domenica notte, «Dawn of the Dead» del 1978, tradotto in italiano come «Zombi». Un'opera piena di allegorie e che raccontava la nostra società dove l'Apocalisse non è la fine di nulla ma un modo di vita immanente
Una scena da «Zombi (Dawn of the Dead)» (1978)
Cinema Tra i film di George A. Romero, morto domenica notte, «Dawn of the Dead» del 1978, tradotto in italiano come «Zombi». Un'opera piena di allegorie e che raccontava la nostra società dove l'Apocalisse non è la fine di nulla ma un modo di vita immanente
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 18 luglio 2017
Visti da lontano, gli zombi si somigliano un po’ tutti. Eppure, in tanti anni di fedeltà al genere, Romero non ha mai smesso di scoprirne di nuovi, filmando i suoi mostri scarnificati con l’occhio dell’antropologo documentarista, scoprendone e catalogandone specie e comportamenti. Ovviamente, ogni zombi ci somiglia, nella misura in cui anticipa quello che saremo: morti. Questo è evidente. Guardandoli più da vicino si scopre che le carcasse affamate degli zombi anticipano soprattutto quello che già siamo, senza saperlo: non propriamente vivi. In questo senso, il più inattuale di tutta la sua immensa e geniale galleria, il miglior non-morto per...