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Derivati sul debito, il gioco d’azzardo di Stato
I «derivati» sono la migliore metafora della condizione odierna degli Stati (non di tutti, in verità). Rendono plasticamente l’idea del rovesciamento del rapporto di potere tra politica e finanza. Emblematico, […]
I «derivati» sono la migliore metafora della condizione odierna degli Stati (non di tutti, in verità). Rendono plasticamente l’idea del rovesciamento del rapporto di potere tra politica e finanza. Emblematico, […]
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 3 giugno 2018
I «derivati» sono la migliore metafora della condizione odierna degli Stati (non di tutti, in verità). Rendono plasticamente l’idea del rovesciamento del rapporto di potere tra politica e finanza. Emblematico, a tal riguardo il caso italiano. Nel nostro Paese, l’avventura inizia nel 1985 (governo Craxi), anno in cui il Tesoro, con la legge finanziaria, riceve l’autorizzazione a stipulare questa particolare tipologia di contratti. Quattro anni prima si era consumato il famoso «divorzio» tra Tesoro e Banca d’Italia, evento chiave nella storia del Paese, da cui dipenderà anche il «destino» del nostro debito pubblico. In tredici anni, dal 1981 al 1994,...