Cultura
Derrida e l’ospitalità senza condizioni come orizzonte politico
Intervista A colloquio sul pensiero del filosofo con le studiose Anne-Emmanuelle Berger, Isabelle Alfandary, a margine di un convegno parigino. «Il pensatore e la scrittrice Cixous condividono una storia comune: nati in Algeria da famiglie ebraiche, la loro esperienza li pone in una situazione che si può definire 'decostruttrice'»
Barthélémy Toguo, «The New World Climax», 2001
Intervista A colloquio sul pensiero del filosofo con le studiose Anne-Emmanuelle Berger, Isabelle Alfandary, a margine di un convegno parigino. «Il pensatore e la scrittrice Cixous condividono una storia comune: nati in Algeria da famiglie ebraiche, la loro esperienza li pone in una situazione che si può definire 'decostruttrice'»
Pubblicato più di un anno faEdizione del 26 marzo 2023
Francesca MaffioliPARIGI
Il filosofo Jacques Derrida, in un testo del 1994 intitolato Politiche dell’amicizia (Cortina, 2020), rivelava come la decostruzione, al di là dell’ermeneutica nichilista, fosse strettamente legata alla democrazia in quanto «democrazia-a-venire». È proprio secondo questo sodalizio che si è svolto a Parigi il convegno internazionale Qui a peur de la déconstrution? (Chi ha paura della decostruzione?), consacrato al pensiero dell’intellettuale francese: studiose, studiosi e un nutrito pubblico sono stati accolti nelle sale dell’Ecole Normale Supérieure e dell’Université Panthéon da Anne-Emmanuelle Berger, Isabelle Alfandary e Jacob Rogozinski. Fra gli intenti, anche quello di rispondere alle istanze che un anno fa, alla...