Alias Domenica
Derrida, l’altro da noi fra reciprocità elettive e virtuose asimmetrie
Tradizione del '900 Meglio di altri saggi, «Politiche dell’amicizia» rivela come la decostruzione non sia stata una versione estenuata o nichilista del progetto ermeneutico, bensì un lavoro mirato alla individuazione di un orizzonte pratico-morale all’altezza dell’enigmaticità del presente: riproposto da Cortina
Valerio Adami, «La stella del mattino», (studio, 2007)
Tradizione del '900 Meglio di altri saggi, «Politiche dell’amicizia» rivela come la decostruzione non sia stata una versione estenuata o nichilista del progetto ermeneutico, bensì un lavoro mirato alla individuazione di un orizzonte pratico-morale all’altezza dell’enigmaticità del presente: riproposto da Cortina
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 12 aprile 2020
Nel pensiero classico antico, da Platone a Aristotele, da Epicuro a Cicerone, l’amicizia è considerata il modello dell’eccellenza nei rapporti umani. E, ancora, da Montaigne a Kant e oltre, si è continuato a percepire nell’amicizia una delle esperienze più significative dell’esistenza. La filosofia ha regolarmente legato se stessa e le proprie proposte a una costante, multiforme discussione dell’amicizia, sia in quanto campo di manifestazione di una reciprocità pura – di un giusto vincolo di scambio, equilibrato e «virtuoso» – sia come luogo di apparizione di una generosità assoluta, senza misura, e di un rispetto incondizionato dell’alterità dell’altro. Alla definizione dell’amicizia...