Di Lello ricorda Falcone: «Non lo capii quando andò a Roma, ma aveva ragione»
Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello
Politica

Di Lello ricorda Falcone: «Non lo capii quando andò a Roma, ma aveva ragione»

23 maggio 1992, trent'anni dall'attentato di Capaci Intervista al giudice Giuseppe Di Lello che ha lavorato con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel pool antimafia, prima con Chinnici e poi con Caponnetto. Il ricordo degli anni di lavoro insieme, dell'amicizia e dei dissensi sulla decisione di lasciare Palermo e andare al ministero a Roma con Martelli
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 20 maggio 2022
«Quando Giovanni Falcone arriva a Palermo per occuparsi di civile e fallimentare, come aveva fatto a Trapani, io ero già all’Ufficio Istruzione di Rocco Chinnici, ci siamo conosciuti lì. Per me non era stato facile arrivarci, avevo fatto domanda ma ero già conosciuto come “toga rossa”, anche se allora non si chiamavano così, e il Csm preferì assegnare solo uno dei due posti per quell’ufficio, dandolo a Giovanni Barrile, pur di non mandarci me. Solo dopo una lettera di protesta che scrissi su suggerimento del procuratore Gaetano Costa la mia domanda fu accolta». Giuseppe Di Lello, abruzzese, si è trasferito...

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