ExtraTerrestre
Di piste ciclabili e di migranti pensando a Prato
Qualche giorno fa la segretaria leghista di Prato ha conquistato un’evitabile notorietà pronunciando una folgorante castroneria: «Le piste ciclabili servono agli immigrati». La signora, tal Patrizia Ovattoni, è riuscita poi […]
Qualche giorno fa la segretaria leghista di Prato ha conquistato un’evitabile notorietà pronunciando una folgorante castroneria: «Le piste ciclabili servono agli immigrati». La signora, tal Patrizia Ovattoni, è riuscita poi […]
Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 25 ottobre 2018
Qualche giorno fa la segretaria leghista di Prato ha conquistato un’evitabile notorietà pronunciando una folgorante castroneria: «Le piste ciclabili servono agli immigrati». La signora, tal Patrizia Ovattoni, è riuscita poi a mettere insieme una serie di fesserie che una persona normodotata neanche riuscirebbe a immaginare, facendo combaciare concetti quasi inavvicinabili così come lo sono i due poli identici di due calamite. Ascoltandola mi sono venuti in mente i Santarita Sakkascia, amata band romana dei ’90, nel loro brano Sto come ’na pigna che illustra perfettamente lo straniamento di un devoto hard core dell’hashish. E però c’era qualcosa che mi rigirava...