Alias Domenica
Diamela Eltit, primizie vendesi ai banconi della crudeltà
Scrittrici cilene Fedele a una sorta di epica della marginalità, Eltit intona la lingua del suo romanzo alla disintegrazione fisica e mentale che si impossessa via via degli impiegati di un supermarket: «Manodopera», edizioni Polidoro
Andreas Gursky, «99 Cent», 2001
Scrittrici cilene Fedele a una sorta di epica della marginalità, Eltit intona la lingua del suo romanzo alla disintegrazione fisica e mentale che si impossessa via via degli impiegati di un supermarket: «Manodopera», edizioni Polidoro
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 29 novembre 2020
Una ragazza vestita di nero, armata di secchio e straccio, si inginocchia davanti a uno dei più miseri bordelli di Santiago del Cile e comincia a lavare il marciapiede. Poco prima ha letto, davanti a un piccolo pubblico composto da prostitute, brani del romanzo che sta scrivendo (uscirà nel 1983 e si chiamerà Lumpérica), imperniato su un corpo femminile torturato ed esposto al centro di una piazza crudamente illuminata. Siamo nel 1980 e la donna si chiama Diamela Eltit, nata trent’anni prima a Santiago e membro del Cada (Colectivo Acciones de Arte) che, in una città schiacciata dalla dittatura, organizza...