Internazionale
Dieci anni dopo, la Tunisia non sta a guardare
2010-2020 Ritorno nei luoghi simbolo della Rivoluzione dei Gelsomini, con il Paese di nuovo sull’orlo del baratro. L'Ugtt lancia l’idea di un dialogo nazionale come quello che evitò il peggio nel 2013, dopo l’omicidio (rimasto impunito) di Belaid e Brahmi da parte degli islamisti
I poster di Chokri Belaid e Mohamed Brahmi ogni mercoledì ricordano nele strade di Tunisi l’omicidio dei due esponenti della sinistra avvenuto nel 2013 – Ap
2010-2020 Ritorno nei luoghi simbolo della Rivoluzione dei Gelsomini, con il Paese di nuovo sull’orlo del baratro. L'Ugtt lancia l’idea di un dialogo nazionale come quello che evitò il peggio nel 2013, dopo l’omicidio (rimasto impunito) di Belaid e Brahmi da parte degli islamisti
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 15 dicembre 2020
C’è un filo rosso che collega la Tunisia di oggi ai venti rivoluzionari del dicembre 2010. Un filo che da place de la Kasbah – là dove la Rivoluzione dei gelsomini ha trovato il suo apice constringendo alla fuga l’ex presidente Zine El-Abidine Ben Ali – attraversa le vie strette della Medina, scivola lungo l’ancora affollata avenue Bourghiba fino ad avvolgere in un nodo stretto la sede del ministero dell’Interno, ricordo grigio della Tunisi autoritaria. QUI OGNI MERCOLEDÌ da sette anni a questa parte i compagni di partito di Chokri Belaid e Mohamed Brahmi, uccisi nel febbraio e nel luglio...