Internazionale

L’amore di un’Argentina in ginocchio per «quello che chiamiamo un Dio»

L’amore di un’Argentina in ginocchio per «quello che chiamiamo un Dio»La città si ferma per rendere omaggio a Diego Armando Maradona – Gianluigi Gurgigno

La dimensione religiosa in queste ore surclassa quella politica Il sociologo Fortunato Mallimaci: «Il fenomeno ampio, di massa, popolare e giovanile che la figura identitaria di Maradona ha generato in queste ore, in una Argentina messa in ginocchio dalla pandemia e che ancora porta sulla sua pelle i segni del governo neoliberale di Mauricio Macri, ha dello straordinario»

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 28 novembre 2020
Il popolo argentino ha dato l’ultimo saluto a Diego Armando Maradona, un peronista nato a Villa Fiorito, all’interno della Casa Rosada. Non senza polemiche e problemi di ordine pubblico. Per l’emergenza sanitaria e non solo. Nel palazzo presidenziale Maradona si sentiva di casa. Dal suo balcone si affacciò nel 1986, dopo la conquista della Coppa del mondo al mondiale messicano. Un anno fa circa, nel dicembre 2019, Diego era andato a far visita al neoeletto presidente Alberto Fernández, che in queste ore gli ha detto addio mettendo sulla bara una camiseta dell’Argentinos Juniors. La sua squadra del cuore, il primo...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi