Europa
Dietro il brand made in Italy: a Est la frontiera del profitto
Terzismo Un rapporto denuncia il lato oscuro della produzione di scarpe. Nel mirino Geox, Tod’s e Prada. Ogni anno 23 milioni di paia di calzature grazie a salari a volte più bassi che in Asia
La lavorazione in una fabbrica di scarpe Tod’s – Reuters
Terzismo Un rapporto denuncia il lato oscuro della produzione di scarpe. Nel mirino Geox, Tod’s e Prada. Ogni anno 23 milioni di paia di calzature grazie a salari a volte più bassi che in Asia
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 12 aprile 2017
«L’etichetta Made in Italy o Made in Eu ha sempre suggerito qualità del lavoro e degli standard ma se le scarpe sono solo progettate nella UE e poi prodotte in Serbia, Albania, Birmania o Indonesia da lavoratori stranieri in condizioni miserabili, oppure in Italia da parte di terzisti che pagano salari contrattati al di sotto del salario vivibile, dove sta il valore aggiunto del Made in EU o in Italy?». Se lo chiede un’inchiesta della Campagna Abiti Puliti e di Change your Shoes – progetto di 15 organizzazioni europee e 3 asiatiche – con un viaggio nel lato oscuro delle...