Internazionale
Dignità e diritti, tutti diseguali. Allarme «Dudu» 70 anni dopo
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo Da Ciro il Grande al documento finale del 1948, storia travagliata di una «legge naturale». Oggi alle forze sovraniste e xenofobe della Ue sfugge il valore legale e vincolante dei princìpi fondamentali sottoscritti dai paesi membri
New York, 10 dicembre 1948, Eleanor Roosevelt tiene in mano la prima copia della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo Da Ciro il Grande al documento finale del 1948, storia travagliata di una «legge naturale». Oggi alle forze sovraniste e xenofobe della Ue sfugge il valore legale e vincolante dei princìpi fondamentali sottoscritti dai paesi membri
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 11 dicembre 2018
Ieri, 10 dicembre, la Dichiarazione universale dei diritti umani (Dudu) ha compiuto 70 anni. Un anniversario particolarmente significativo, dato che il suo impianto etico e universalistico viene rinnegato da parte delle forze sovraniste e xenofobe di ogni parte del mondo. È, infatti, la centralità stessa del binomio Dignità e Diritti ad essere rimesso in discussione, con il conseguente collasso di tutti gli articoli successivi dato che, come sancisce l’Articolo 1, vera epitome della Dichiarazione: [do action=”citazione”]«Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni...