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Diritti in carcere, è l’ora di liberare gli affetti
Fuoriluogo Un ordinamento penitenziario senza luoghi, tempi e spazi adeguati a garantire il mantenimento di relazioni affettive significative, oltre a produrre i suoi effetti nei confronti dei familiari, spesso “vittime dimenticate”, rischia di compromettere la salute psico-fisica dei detenuti
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Fuoriluogo Un ordinamento penitenziario senza luoghi, tempi e spazi adeguati a garantire il mantenimento di relazioni affettive significative, oltre a produrre i suoi effetti nei confronti dei familiari, spesso “vittime dimenticate”, rischia di compromettere la salute psico-fisica dei detenuti
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 12 maggio 2021Edizione 12.05.2021
I contatti con il mondo esterno, attraverso i rapporti con famiglia e la tutela degli affetti, rappresentano il “biglietto da visita” di un ordinamento penitenziario che persegua l’obiettivo del reinserimento sociale del detenuto. Questi lunghi mesi di pandemia nelle carceri italiane sono stati segnati da bisogni insoddisfatti, mancanza di contatto umano, privazione dei più elementari gesti di intimità, come poter stringere una mano o prendere sulle ginocchia il proprio figlio. I colloqui, che in passato erano chiassosi e affollati, sono diventati una banco di prova difficile da superare, soprattutto per gli ospiti più piccoli. Da una recente ricerca che stiamo...