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Diritto all’oblio, per Google una vittoria di Pirro
Capitalismo delle piattaforme Il diritto all'oblio, cioè la cancellazione ogni cinque anni dei dati raccolti su un singolo utente, era stato voluto inizialmente dalla Spagna e poi accolto dall’intera Ue, grazie all’attivismo dei movimenti sociali e al paziente, sensibile e accorto lavoro di tessitura di studiosi e giuristi, tra i quali va ricordato Stefano Rodotà
– LaPresse
Capitalismo delle piattaforme Il diritto all'oblio, cioè la cancellazione ogni cinque anni dei dati raccolti su un singolo utente, era stato voluto inizialmente dalla Spagna e poi accolto dall’intera Ue, grazie all’attivismo dei movimenti sociali e al paziente, sensibile e accorto lavoro di tessitura di studiosi e giuristi, tra i quali va ricordato Stefano Rodotà
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 26 settembre 2019
È stata considerata una vittoria di Google, la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che ha accolto il ricorso della società americana contro la multa inflitta da un tribunale francese per non avere applicato la normativa del diritto all’oblio su dati di utenti memorizzati nei server del motore di ricerca al di fuori del territorio europeo. Sentenza anacronistica, ha commentato il Garante per la privacy italiano Antonello Soro, in quanto la riservatezza e l’integrità dei dati personali sono un diritto universale che ignora i confini nazionali, o continentali. La vicenda del ricorso di Google apre tuttavia una ulteriore porta...