Politica
Dolore in pubblico, «Verità su Giulio»
Roma Dopo l’ultimo depistaggio servito da Ghaffar, la famiglia Regeni trova il coraggio di parlare e avverte: «Il 5 aprile ci aspettiamo un gesto forte dal governo italiano». Senza sviluppi «mostreremo le immagini di nostro figlio torturato, come altri egiziani». Luigi Manconi: «L’Egitto va dichiarato Paese non sicuro, e l’ambasciatore richiamato»
I genitori di Giulio Regeni, Paola Deffendi e Claudio in conferenza stampa con Luigi Manconi – Lapresse
Roma Dopo l’ultimo depistaggio servito da Ghaffar, la famiglia Regeni trova il coraggio di parlare e avverte: «Il 5 aprile ci aspettiamo un gesto forte dal governo italiano». Senza sviluppi «mostreremo le immagini di nostro figlio torturato, come altri egiziani». Luigi Manconi: «L’Egitto va dichiarato Paese non sicuro, e l’ambasciatore richiamato»
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 30 marzo 2016
Eleonora MartiniROMA
Quando nella notte tra il 24 e il 25 marzo hanno appreso che «la più cupa delle previsioni si era puntualmente avverata», e che l’ennesimo, incredibile depistaggio era stato servito «su un vassoio d’argento», assunto come «verità» ufficiale direttamente dal ministro dell’Interno egiziano Ghaffar, la famiglia Regeni ha deciso di fare il passo che non aveva mai fatto finora. Di presentarsi in pubblico con lo striscione giallo di Amnesty «Verità per Giulio Regeni» e parlare direttamente ai giornalisti, senza più la mediazione del governo Renzi, pur pagandone un prezzo altissimo. «Rinnoviamo il nostro dolore» che però a questo punto è...