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Don Roberto Sardelli, una vita tra gli ultimi
Roma Invece della carriera ecclesiastica, don Sardelli abbraccia dunque con una visione evangelica radicale, gli ultimi e le periferie. La fase della «Scuola 725» si accompagna con le occupazioni e la rivendicazione di una casa per tutti
Roma Invece della carriera ecclesiastica, don Sardelli abbraccia dunque con una visione evangelica radicale, gli ultimi e le periferie. La fase della «Scuola 725» si accompagna con le occupazioni e la rivendicazione di una casa per tutti
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 20 febbraio 2019
Nel 1968, intorno ai 30 anni, la sua vita subisce la profonda mutazione. Viene inviato nella parrocchia di San Policarpo, a Don Bosco, zona popolare a est di Roma e lì incontra la condizione delle famiglie di baraccati che vivevano sotto le sue finestre. Di lì a poco andrà a condividere la vita in baracca e fonda la scuola per i ragazzi che – sull’esempio di quella Barbiana di don Milani – resterà come una delle esperienze più straordinarie della vita sociale della capitale. Dopo dieci mesi di lavoro collettivo con i suoi ragazzi, nasce “Non tacere”, una lettera al...