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Donald e il rock del futuro

Donald e il rock del futuroJohnny Rotten

Storie/Il conflitto politico e sociale è sempre servito a creare o rinvigorire generi e stili musicali Le canzoni non cambiano i destini del mondo, non fermano guerre o presidenti ma rendono meno noiose proteste e rivoluzioni. E adesso?

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 19 novembre 2016
La prima intervista di Obama dopo l’elezione di Donald Trump radiografa il tempo della crisi. Vorrebbe essere ovunque fuorché lì, vorrebbe essere così tranchant e invece sembra quasi terreo, spento; risponde ai giornalisti convocati alla Casa bianca spostandosi sugli argomenti – tutti relativi a Donald Trump – come se danzasse sui cristalli: ogni parola è soppesata, meditata, volta a rassicurare che Trump «farà del suo meglio»; in realtà Obama sta prefigurando un futuro disastroso che da presidente e soprattutto da americano non è possibile verbalizzare, eppure da quegli occhi e dalla spossatezza traspare un disagio infinito. E adesso? Lo stesso...

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