Internazionale
Dopo 30 anni da rifugiati nell’ambasciata italiana in Etiopia, liberi i due gerarchi del Derg
Addis Abeba/La storia L’ex ministro degli Esteri e l'ex capo di Stato maggiore ricevettero asilo con altri 6 esponenti del regime di Menghistu nel 1991, con i ribelli ormai alle porte della capitale. Non rischiano più la pena di morte. Un esempio di rispetto della nostra Costituzione, garantista non solo con le vittime
Berhanou Bayeh e Addis Tedla – Ap
Addis Abeba/La storia L’ex ministro degli Esteri e l'ex capo di Stato maggiore ricevettero asilo con altri 6 esponenti del regime di Menghistu nel 1991, con i ribelli ormai alle porte della capitale. Non rischiano più la pena di morte. Un esempio di rispetto della nostra Costituzione, garantista non solo con le vittime
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 7 gennaio 2021
Il 21 maggio 1991sulla spinta del movimento di liberazione del Tigray il dittatore etiope Mènghistu Hailé Mariàm, detto il Negus Rosso, fuggì in Zimbabwe e a tutti i capi rimasti non restò che cercare riparo presso le ambasciate straniere. Si trattava degli esponenti della giunta militare del Derg (Governo Militare Provvisorio dell’Etiopia Socialista), la cui azione di repressione sistematica extragiudiziale delle opposizioni si stima che abbia portato negli anni 1977-78 alla morte di 500 mila persone. Si racconta che non era possibile fare nemmeno il funerale alle vittime e in alcuni casi registrati – dove era stato necessario utilizzare più...