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Droghe, eseguire o no una pena incostituzionale?
Fuoriluogo Il prossimo 29 maggio le sezioni unite della corte di cassazione dovranno decidere come applicare la legge Fini-Giovanardi bocciata dalla Corte Costituzionale. Si confrontano due scuole di pensiero giuridico: l'intangibilità del giudicato, per cui i condannati restano in carcere, e l'abrogazione di pene giudicate illegittime. E la politica? Tace, o peggio
Il Palazzo della Consulta
Fuoriluogo Il prossimo 29 maggio le sezioni unite della corte di cassazione dovranno decidere come applicare la legge Fini-Giovanardi bocciata dalla Corte Costituzionale. Si confrontano due scuole di pensiero giuridico: l'intangibilità del giudicato, per cui i condannati restano in carcere, e l'abrogazione di pene giudicate illegittime. E la politica? Tace, o peggio
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 14 maggio 2014
Per coprire l’indecenza della legislazione penale di favore accordata ai colletti bianchi, la maggioranza forzaleghista che ci ha governato negli anni scorsi si è accanita contro l’emarginazione sociale, producendo una serie di norme repressive insensate che hanno costretto la Consulta a intervenire per riportare l’ordinamento alla legalità costituzionale. Grazie alla Consulta sono stati cancellati, tra l’altro, lo smisurato aggravamento di pena per i recidivi, l’aggravante della «clandestinità» per gli immigrati e, da ultimo, le pene irragionevoli previste dalla Fini/Giovanardi per le cosiddette droghe leggere. Ma intanto, nelle more dell’intervento risanatore della Corte costituzionale, sono passate in giudicato le condanne pronunciate...