Alias Domenica
Drudi l’eterodossa, con l’occhio e con Beckett
Maria De Vivo, "Andare verso. La critica d’arte secondo Gabriella Drudi", Quodlibet Il saggio ricostruisce un proteiforme e segreto profilo intellettuale. Lo scrivere d’arte come poesia, l’indistinzione beckettiana tra vita e scrittura condussero la Drudi oltre i pregiudizi di metodo, e a «battezzare» l’arte americana, soprattutto de Kooning e Motherwell
Gabriella Drudi insieme a Pier Paolo Pasolini sulla sponda del Tevere, 1950-1955 ca., probabile fotografo Toti Scialoja
Maria De Vivo, "Andare verso. La critica d’arte secondo Gabriella Drudi", Quodlibet Il saggio ricostruisce un proteiforme e segreto profilo intellettuale. Lo scrivere d’arte come poesia, l’indistinzione beckettiana tra vita e scrittura condussero la Drudi oltre i pregiudizi di metodo, e a «battezzare» l’arte americana, soprattutto de Kooning e Motherwell
Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 31 dicembre 2017
Scorrendo le dediche dei libri di Toti Scialoja, maestro della difficile conciliazione tra parola e figura, dalle pagine fa spesso capolino una decisiva presenza femminile. «Nella stanza c’è Lella», recita la prima, tratta da La stanza la stizza l’astuzia, raccolta che proiettò Scialoja in una dimensione diversa dalla poesia «del senso perso» dell’esordio. La seconda proviene dal Giornale di Pittura, journal intime tenuto dall’artista per quasi quarant’anni: «A Gabriella, queste pagine di una pittura vissuta insieme». Di norma poco incline alle esternazioni e al sentimentalismo, Toti non mise mai in dubbio l’ascendenza esercitata sulla sua doppia vocazione dalla compagna Gabriella...