Editoriale

Due uomini soli allo sbando

Due uomini soli allo sbando

Coronavirus e governo Se c’è una cosa che fa più paura del coronavirus è l’idea di un governo di salvezza nazionale con Renzi e Salvini, da entrambi reclamato e perciò da temere come […]

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 28 febbraio 2020

Se c’è una cosa che fa più paura del coronavirus è l’idea di un governo di salvezza nazionale con Renzi e Salvini, da entrambi reclamato e perciò da temere come una calamità nazionale.

Uno, abituato ad essere solo al comando, oggi è seduto su una percentuale elettorale che lo emargina. L’altro, all’apice del consenso, è invece finito all’opposizione a ripetere come un disco rotto «elezioni, elezioni». E tanto più strillano quanto più il governo viene sballottato sulle montagne russe dall’emergenza sanitaria. Gestita mettendo in campo misure draconiane con pesanti conseguenze sul piano economico, salvo cercare di raddrizzare il timone con un allentamento progressivo delle restrizioni, correggendo l’iniziale allarme, amplificato a dismisura dal sistema dell’informazione, giornali e televisione in primis.

Ma per Salvini e Renzi, più Conte resta a palazzo Chigi più diventa il principale avversario perché per due personaggi come il capo della Lega e il reuccio di Italia Viva non essere al centro della scena è semplicemente esiziale. Per questo Salvini invoca la chiusura dei confini e, smentito dal suo presidente leghista della Lombardia, cambia registro chiedendo udienza a Mattarella (obbligato a riceverlo come capo dell’opposizione).

Del resto per un giudizio sui comportamenti della classe dirigente basta confrontare il sindaco Sala con il presidente Fontana. C’è un sindaco che rivolge ai cittadini l’appello a non rinunciare alla socialità per la paura (#Milanononsiferma), c’è un presidente che si copre di ridicolo con un video esilarante. Se non fosse affidato proprio a lui il governo della Lombardia non varrebbe neppure la pena parlarne, ma comparire in tv con la mascherina (naturalmente quella sbagliata) nel suo ufficio dopo aver detto che il coronavirus è poco più di un’influenza, fa pensare a un politico “unfit”, inadatto al ruolo di responsabilità che ricopre.

A uno così non si affida neanche un condominio, figurarsi consegnare il governo del paese alle grandi manovre di due uomini soli allo sbando.

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