Politica

E in giunta l’ineleggibile fermò l’elezione

E in giunta l’ineleggibile fermò l’elezioneSilvio Berlusconi

Senato Salta la conta sul leghista Volpi, che avrebbe dovuto bloccare la richiesta di applicare la legge del '57 al cavaliere. Violante: non possiamo cambiare idea dopo 20 anni. Ma nel Pd la linea del realismo pro larghe intese perde pezzi. Chance per il vendoliano Stefano, ma si cerca un accordo generale sulle commissioni che ancora restano da assegnare. Grillini verso la Vigilanza, ai maroniani il Copasir

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 22 maggio 2013
Tutto rinviato, ma la notizia arriva tardi. Quattro minuti alle due del pomeriggio, i senatori della giunta per le elezioni sono già nel cortile di Sant’Ivo alla Sapienza, i più svelti al loro posto nell’auletta. A cento metri da palazzo Madama, calpesta l’acciottolato barocco il senatore Giacomo Caliendo, magistrato di Cassazione e uomo di fiducia di Berlusconi. Poche ore prima è stato designato relatore del disegno di legge salva-Dell’Utri. Nella giunta deve assumere le funzioni di presidente pro tempore. E invece niente. Squillano i cellulari, i ventitrè senatori possono tornare nelle mura del Palazzo. L’elezione del presidente – voto segreto...

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