Internazionale
E li chiamano “incidenti di massa”
Cina I «balinghou», il nuovo esercito di riserva del capitalismo cinese, sono i protagonisti all’agitazione spontanea che investe il Paese
Sit-in degli abitanti del villaggio di Longtou (nella contea di Lufeng, Guangdong) per chiedere giustizia per la morte di un leader della protesta di Wukan – Reuters
Cina I «balinghou», il nuovo esercito di riserva del capitalismo cinese, sono i protagonisti all’agitazione spontanea che investe il Paese
Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 24 aprile 2013
Simone PieranniPECHINO
Chi dice siano 50mila, chi 60mila, chi arriva a sostenere che siano 180mila all’anno. Parliamo di quelli che in Cina vengono definiti «incidenti di massa», ovvero scioperi, rivolte, proteste. Negli ultimi anni a fronte di eventi che hanno contraddistinto lo sviluppo cinese, sono aumentati, tanto che Pechino ha chiuso i rubinetti delle informazioni, segnalando come «segreto» il dato sul numero esatto dei disordini. Se ne parla tanto, ma cosa significano questi «incidenti di massa»? Stando al numero crescente e alle cause, sembrerebbero indicare due cose: una rinascita della lotta di classe in Cina e l’emergenza di una classe media che...