Internazionale
È morto Pedro Casaldáliga, vescovo dei poveri
Brasile A São Félix do Araguaia don Pedro era arrivato alla fine nel 1968, dopo 7 giorni di viaggio, quando era solo un piccolo villaggio di 600 abitanti, ai margini del Rio Araguaia. E lì avrebbe combattuto fino alla fine la sua battaglia al lato di indigeni, contadini, senza terra, lavoratori ridotti in schiavitù, immigrati poveri del Sud
Brasile A São Félix do Araguaia don Pedro era arrivato alla fine nel 1968, dopo 7 giorni di viaggio, quando era solo un piccolo villaggio di 600 abitanti, ai margini del Rio Araguaia. E lì avrebbe combattuto fino alla fine la sua battaglia al lato di indigeni, contadini, senza terra, lavoratori ridotti in schiavitù, immigrati poveri del Sud
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 13 agosto 2020
Una ventina di anni fa il vescovo Pedro Casaldáliga – catalano di nascita, brasiliano di adozione e «patrimonio di tutta l’umanità» – celebrava una messa nel giorno dei defunti nel “Cimitero dei karajás”, a São Félix do Araguaia, in Mato Grosso. Il cimitero della gente più povera della regione, quello in cui hanno trovato sepoltura tanti indigeni e tanti senza terra sfruttati nelle fazendas dedite all’allevamento del bestiame. Alla fine della messa, il vescovo disse: «Voglio che tutti voi ascoltiate attentamente, perché intendo parlare di qualcosa di molto serio: è qui che io voglio essere sepolto». Ed è lì che...