“E’ peggio di Calciopoli, perché ce la siamo creata noi”
Inchiesta Juventus Dalle intercettazioni un sistema di potere modellato sulla volontà della proprietà di alzare la posta
Inchiesta Juventus Dalle intercettazioni un sistema di potere modellato sulla volontà della proprietà di alzare la posta
Un sistema di potere modellato sulla volontà della proprietà di alzare la posta. A partire dall’ingaggio di Cristiano Ronaldo. E’ stato il nervo scoperto dell’ultima fetta della presidenza di Andrea Agnelli che ha portato alle dimissioni dell’intero Cda della società bianconera e alla richiesta di rinvio a giudizio per Agnelli e altre 12 persone, oltre alla società bianconera, imputata per responsabilità amministrativa. Le accuse della Procura di Torino: plusvalenze artificiali per 155 milioni di euro, false notizie sugli stipendi, perdite di esercizio inferiori rispetto a quelle reali. Non è finita: a processo anche per false comunicazioni sociali, manipolazioni del mercato, dichiarazioni fraudolente con uso di fatture per operazioni di mercato inesistenti. Ancora, ostacolo alle autorità di vigilanza (Consob) e aggiotaggio informativo.
Bilanci perennemente in rosso, il ricorso alle plusvalenze e anche alla “manovra” per il saldo degli stipendi degli atleti, per far tornare i conti. Sino all’ipotesi che più incute terrore nelle stanze del club torinese, quella doppia accusa di falso in bilancio, arrivata in sincro dalla Procura di Torino e dalla Consob, sulla base dell’esame degli ultimi bilanci. Sul tavolo ci sono anche i debiti fantasma, quasi 20 milioni di euro solo verso Cristiano Ronaldo. La verifica della stessa Consob sui bilanci della Juve è iniziata a luglio del 2021. Nello stesso periodo si è mossa anche la Guardia di Finanza, con intercettazioni ambientali che si sono rivelate poi decisive per il rinvio a giudizio di 12 persone.
Sulle plusvalenze, le intercettazioni sono state decisive soprattutto sull’operato dell’ex direttore sportivo (ora è al Tottenham): l’attuale ds bianconero, Federico Cherubini, raccontava: “Con Fabio non si poteva ragionare. Finché c’è stato Marotta gli metteva un freno. Quando è andato via ha avuto carta libera”. E ancora: “Io l’ho detto a Fabio, è una modalità lecita, ma hai spinto troppo. E lui rispondeva: ‘Non ci importa nulla, perché negli scambi se metti 4 o metti 10 è uguale, nessuno ti può dire nulla’”. Insomma, la Juve accelerava sulla pratica delle plusvalenze, a metà ottobre 2021 si è chiusa l’ispezione della Consob. La stessa Consob non era nei pensieri dei dirigenti juventini: “La supercazzoliamo”, dice uno dei dirigenti della Vecchia Signora. Ma tutti non la pensano così a Torino: il capo dell’area business della Juventus, Stefano Bertola, dopo l’ispezione della Consob dice la frase che sta facendo il giro del web. Potente, in un certo senso evocativa: “Io in 15 anni faccio un solo paragone: Calciopoli, anzi peggio perché calciopoli avevamo tutti quelli che ci davano addosso. Qui ce la siamo creata noi”.
Un potenziale asso in mano ai magistrati, anche se la ricostruzione di alcuni organi di stampa vicini alla Juventus sottolinea che quella frase avrebbe potuto rappresentare le difficoltà di gestione di un periodo, tra Covid-19 e la questione Superlega, complesso quasi quanto l’era Calciopoli, che alla Juve è costata due scudetti e la retrocessione (con penalizzazione) in Serie B.
Sul fronte plusvalenze, però la situazione potrebbe ammorbidirsi per la Juve. Secondo il Gip di Torino, Ludovico Morello, si potrebbe configurare la buona fede della società bianconera: se davvero si fosse attenuta alla prassi standard, “risulterebbe difficile ipotizzare un discostamento consapevole, quindi doloso, dei corretti criteri di contabilizzazione della poste”.
Per quel che può, in una situazione assai compromessa, la Juve ha tentato il rilancio, pubblicando ieri una nota in cui si è resa pubblica la propria posizione sulle contestazioni della Procura di Torino, ritenute “non fondate”. Sempre ieri è stata una giornata forse decisiva per il nuovo assetto societario juventino. Per mettersi alle spalle la bufera giudiziaria e mediatica, Exor, attraverso il nuovo presidente Gianluca Ferrero, punta su Alessandro Del Piero, l’icona bianconera degli ultimi 20 anni, il segnale di un immediato rilancio, con una stagione ancora in corso, in cui la Juve rincorre in campionato ed è stata eliminata ai gironi di Champions League. Del Piero, via Twitter, ha provato a calmare le indiscrezioni che lo vogliono vicepresidente della Juve, senza negare che l’ipotesi sia in piedi.
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