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E se provassimo a ricostruire il silenzio di Genova?

Dopo il crollo Renzo Piano, senatore a vita oltre che straordinario architetto, ha pensato bene di allargare il discorso. Va benissimo ricostruire il ponte, ma gettiamo lo sguardo sul fatto che si dovrà mettere mano alla trasformazione di un pezzo di città, fatto di case, di attività spesso dismesse, di relazioni umane

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 2 settembre 2018
C’è uno strano silenzio nelle due zone abitate a sud e nord del ponte crollato. Genova non è certo una città silenziosa, il porto, le industrie, un flusso automobilistico insostenibile. Echi lontani del traffico arrivano ancora dalla via Aurelia e dalla strada parallela, ma nulla a che vedere con l’infernale frastuono che avvolgeva la valle del Polcevera per l’intera durata dei giorno. Ventiquattro ore di rumori e di inquinamento atmosferico che si ripete per 365 giorni causato da un traffico ingovernato. Quello che avvolge il quartiere è un silenzio pieno di dolore per la tragedia dei numerosi morti, per i...

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