Visioni
È tra pietre e fango che si alza forte il canto della vita
A teatro «La cupa, fabula di un omo che divinne un albero», scritto diretto e interpretato da Mimmo Borrelli. Un’opera grandiosa popolata da anime dannate, persone e bestie, dai tratti teneri e crudeli
Due scene da «La Cupa» – foto di Marco Ghidelli
A teatro «La cupa, fabula di un omo che divinne un albero», scritto diretto e interpretato da Mimmo Borrelli. Un’opera grandiosa popolata da anime dannate, persone e bestie, dai tratti teneri e crudeli
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 28 aprile 2018
Gianfranco CapittaNAPOLI
Un fiume in piena, un flusso inarrestabile di parole (anzi, versi), corpi ed emozioni. Un torrente a tratti pericoloso, sempre misterico, in certi attimi sublime. È uno spettacolo, non proprio tradizionale, ma avvolgente, coinvolgente, e anche perfidamente mariuolo quando ti svela quello che non vorresti sentire. E invece ti allaga di perversa fisiologia di orifizi e pensieri, di ascendenze e rovinose discendenze, di ritualità antiche di grande baldanza, senza assoluta speranza. Visioni cieche dall’apparenza lineare, stregate da un cielo rovesciato agli inferi e da una lingua meravigliosa, polposa e traditrice. Una cosmogonia alternativa che suona condanna, di corpi manomessi eppure...