Alias Domenica
Elizabeth Strout, poi la vita
Scrittrici americane Maestra nell’arte di conferire unicità e significato a quanto sfugge all’occhio distratto, l'autrice torna al suo personaggio preferito: «Olive, ancora lei», da Einaudi
Erwin Olaf da «Wake Up», 2013
Scrittrici americane Maestra nell’arte di conferire unicità e significato a quanto sfugge all’occhio distratto, l'autrice torna al suo personaggio preferito: «Olive, ancora lei», da Einaudi
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 5 aprile 2020
Elizabeth Strout ha sempre affermato di amare incondizionatamente tutti i suoi personaggi, anche i più antipatici: «Non potrei scrivere di loro se non li amassi», ribadiva all’uscita di Tutto è possibile, nel 2017. L’affetto la porta a incuriosirsi delle loro esistenze oltre la fine dei romanzi in cui appaiono, dunque non stupisce che, a distanza di una dozzina d’anni dalla prima comparsa, Strout sia tornata a occuparsi della sua protagonista più amata (e di maggior successo) Olive Kitteridge, «una donna difficile», come ha più volte ripetuto. In Olive, ancora lei (traduzione di Susanna Basso, Einaudi, pp. 265, € 19,50) ritroviamo...