Cultura
Elizabeth Strout, vite gravate da colpe inconfessabili
PORDENONELEGGE In Italia per presentare il suo ultimo romanzo, «Tutto è possibile» edito da Einaudi, la scrittrice ci fa ritrovare l’indimenticabile Lucy Barton. «I personaggi mi arrivano da non so dove. E li amo tutti: non potrei scrivere di loro se non li amassi, se non li avessi avuti tanto cari»
PORDENONELEGGE In Italia per presentare il suo ultimo romanzo, «Tutto è possibile» edito da Einaudi, la scrittrice ci fa ritrovare l’indimenticabile Lucy Barton. «I personaggi mi arrivano da non so dove. E li amo tutti: non potrei scrivere di loro se non li amassi, se non li avessi avuti tanto cari»
Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 15 settembre 2017
È arrivata tardi al successo, Elizabeth Strout, dopo un lungo apprendistato portato avanti con non comune tenacia, conciliando la scrittura (e le relative delusioni) con la famiglia e i più svariati mestieri. Forse per questo, malgrado la fama universale raggiunta con Olive Kitteridge e confermata dal romanzi successivi (Resta con me, I ragazzi Burgess, Mi chiamo Lucy Barton), parlando del suo lavoro mostra ancora un entusiasmo contagioso. È evidente che le piace scrivere e, soprattutto, prova un’inesauribile curiosità per i suoi personaggi, al punto da non riuscire a separarsene. È quanto accade in Tutto è possibile, appena uscito da Einaudi...