Elsa Dorlin, un’autodifesa costituente
Scaffale «Difendersi. Una filosofia della violenza», per Fandango, è il primo testo dell’autrice tradotto in italiano. Il femminismo incrocia una prospettiva postcoloniale per smascherare l’intreccio dei dispositivi di dominio. Un’analisi delle diverse «pratiche di soggettivazione» degli oppressi nate dalla reazione a brutalità e soprusi. Tra gli esempi, le rivolte di schiavi e indigeni, le azioni delle suffragette, le tecniche di lotta degli ebrei del ghetto di Varsavia, le Pantere Nere e le pattuglie Queer dopo Stonewall. «Cosa fa la violenza, giorno dopo giorno, alle nostre vite, ai nostri corpi, ai nostri muscoli? E a questi ultimi, a loro volta, cosa è consentito di fare attraverso di essa?»
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Scaffale «Difendersi. Una filosofia della violenza», per Fandango, è il primo testo dell’autrice tradotto in italiano. Il femminismo incrocia una prospettiva postcoloniale per smascherare l’intreccio dei dispositivi di dominio. Un’analisi delle diverse «pratiche di soggettivazione» degli oppressi nate dalla reazione a brutalità e soprusi. Tra gli esempi, le rivolte di schiavi e indigeni, le azioni delle suffragette, le tecniche di lotta degli ebrei del ghetto di Varsavia, le Pantere Nere e le pattuglie Queer dopo Stonewall. «Cosa fa la violenza, giorno dopo giorno, alle nostre vite, ai nostri corpi, ai nostri muscoli? E a questi ultimi, a loro volta, cosa è consentito di fare attraverso di essa?»