Alias Domenica

Emilio Cecchi, razzismo dello stilista supremo

Emilio Cecchi, razzismo dello stilista supremoEmilio Cecchi nel suo studio

Bruno Pischedda, «L’idioma molesto», da Aragno Un saggio che smaschera il terrore del meticciato e l’antisemitismo di Emilio Cecchi, dietro la sua abile dissimulazione critico-letteraria

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 3 gennaio 2016
Un supremo stilista, il campione della prosa d’arte o di ciò che fu detto il «capitolo in prosa», l’autore di Pesci rossi (1920) e di America amara (1939), un critico militante che ebbe cattedra su giornali e periodici per mezzo secolo e specialmente sulla terza pagina del Corriere della sera, l’autentico doganiere della letteratura italiana: questo lo stereotipo più longevo, residuato nel senso comune, di Emilio Cecchi (1884-1966). Ma altri stereotipi possono dedursi da quello primordiale: che Cecchi fosse un crociano inquieto e renitente alla tautologia di intuizione/espressione, che fosse di gusti tradizionalisti o in sostanza antimodernisti (nonostante l’apprentissage fra...

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